GLI APPORTI NUTRITIVI
Gli
alimenti sono tanto noti, che può sembrare inutile descriverli in modo
particolareggiato. Ma che cosa è un alimento? Lo si può definire
un insieme di sostanze chimiche destinate a soddisfare le richieste energetiche
e quelle plastiche di ogni organismo vivente. Trasformare energia chimica
potenziale in calore e movimento; costruire le proteine, i carboidrati e i
grassi dei tessuti: questa è la duplice destinazione degli
alimenti.
Le necessità alimentari dell'uomo,
considerate sotto l'aspetto della razione giornaliera, presentano tre aspetti
strettamente connessi, e cioè: l'apporto di una certa quantità di
energia necessaria al funzionamento dell'organismo; l'apporto di tutte le
sostanze nutritive non energetiche, ma egualmente indispensabili alla vita; un
buon equilibrio fra i costituenti alimentari, ossia una giusta proporzione fra i
6 gruppi nutritivi necessari.
Tali gruppi sono
l'acqua, i sali minerali, le proteine, i grassi, i carboidrati, le vitamine.
L'alimentazione quotidiana risulta composta di tutti e sei questi gruppi in
varia proporzione. Fra essi si distinguono quelli plastici e quelli energetici.
Alimenti plastici sono soprattutto le proteine, l'acqua e i sali, che vengono
utilizzati per l'accrescimento e il rinnovamento dei tessuti; alimenti
energetici sono i grassi e i carboidrati che vengono utilizzati in massima parte
per la produzione di calore e di lavoro.
Vi sono poi i cosiddetti alimenti
protettivi: anzitutto le vitamine, poi alcuni alimenti proteici (particolarmente
di origine animale, come latte, carne e uova) che, indipendentemente dal loro
eventuale valore plastico o energetico, hanno grande importanza perché
proteggono l'organismo da disturbi della
nutrizione.
Fra gli alimenti plastici, quello di
cui l'organismo ha più immediata necessità è l'acqua che
rappresenta, nell'adulto, circa il 60% del peso corporeo. I sali minerali
entrano appena nella misura del 4% nel peso corporeo, tuttavia sono anch'essi
alimenti plastici indispensabili per lo sviluppo e la conservazione
dell'organismo.
I principali elementi che lo
compongono sono: calcio, fosforo, potassio, zolfo, cloro, sodio,
magnesio.
In proporzioni minori, e tuttavia
importanti per la loro azione biologica, nell'organismo umano sono presenti:
ferro, iodio, rame, zinco, cobalto, manganese, fluoro, boro, alluminio, silicio,
oltre a tracce di litio, rubidio, cesio, ecc. Quasi tutti questi elementi
presenti in quantità molto piccola sono detti oligo-dinamici o
bio-catalizzatori, perché la loro presenza facilita lo svolgimento delle
reazioni organiche.
Uno degli elementi chimici la
cui funzione plastica ha maggiore importanza per l'organismo è ad esempio
il calcio, indispensabile per la costruzione e il mantenimento dello scheletro;
inoltre il calcio regola le funzioni neuro-vegetative, la contrazione muscolare,
ed è necessario per la coagulazione del sangue. Il potassio è un
elemento importante per molteplici funzioni organiche: sviluppo, attività
muscolare, respiratoria, nervosa, ecc. Il ferro è l'elemento costitutivo
dell'emoglobina (il pigmento respiratorio dei globuli rossi) e della mioglobina
(una proteina dei muscoli che accumula ossigeno). Lo iodio assicura il
funzionamento della ghiandola tiroide, il bromo
dell'ipofisi.
Alimenti plastici per eccellenza sono
le proteine, sostanze dette di «composizione quaternaria»
perché oltre a carbonio, idrogeno e ossigeno contengono azoto. Solo le
proteine sono in grado di soddisfare l'esigenza fondamentale dell'organismo di
costruire i propri tessuti (cioè le proteine di cui essi sono costituiti)
durante il periodo dell'accrescimento e di sostituire quelli che continuamente
muoiono dopo aver compiuto il loro ciclo vitale. Le proteine alimentari
intervengono nella nutrizione per soddisfare le richieste dell'organismo dei
loro costituenti, gli aminoacidi. Ma non tutti gli aminoacidi hanno il medesimo
valore biologico, e poiché le proteine sono di diversa composizione (sia
per la qualità sia per la quantità degli aminoacidi che le
compongono) ne consegue che esse hanno un diverso valore
alimentare.
Gli aminoacidi che costituiscono le
proteine vegetali ed animali sono oltre una ventina. Alcuni di essi vengono
fabbricati dall'organismo, ma tutti gli altri devono essere forniti dalle
proteine alimentari e perciò sono detti «indispensabili» o
«essenziali». Vi è inoltre da tenere presente che, fra questi,
alcuni sono contenuti soltanto nelle proteine animali, e che quindi gli alimenti
vegetali non bastano per assicurare un completo apporto di aminoacidi
nell'alimentazione.
Dal punto di vista energetico,
i grassi hanno il primato perché sono le sostanze che forniscono la
maggior quantità di calore. Rappresentano alimenti di riserva e si
possono accumulare nei tessuti dell'organismo in quantità notevole. Ma
questo accumulo deve essere relativamente moderato, altrimenti provoca uno stato
di obesità. Ogni grasso ha un proprio valore biologico e rappresenta non
solo un alimento di alto valore calorico, ma ha anche una funzione plastica per
i tessuti e di veicolo per alcune vitamine. Quindi la razione dei grassi non
può scendere sotto il minimo
indispensabile.
I carboidrati, a loro volta (amidi,
zuccheri, ecc.), apportano all'organismo una grande quantità di calorie e
provengono per la maggior parte dagli alimenti vegetali. Si può anzi dire
che essi coprono, in media, i due terzi dei bisogni calorici
dell'organismo.
Il minimo di energia necessario per
un adulto nel corso di 24 ore è, in media, di 1500 calorie; esse
corrispondono al metabolismo basale, cioè alla quantità di calore
emessa in un'ora da ogni metro quadrato di superficie corporea, in un digiuno di
12 ore e in stato di riposo fisico ed
intellettuale.
Ma in pratica questo minimo teorico
del metabolismo basale è sempre sorpassato dalle necessità
energetiche contingenti che risultano dalle varie condizioni fisiologiche del
soggetto e dalle sue attività (muscolare, digestiva, termica, ecc.),
quindi occorre distinguere tra un metabolismo di «mantenimento» e un
metabolismo di «funzionamento».
Quello di
mantenimento corrisponde al dispendio energetico di un soggetto in stretto
riposo, che tuttavia si alimenta e ha un'attività quotidiana ridotta al
minimo; quello di funzionamento corrisponde al dispendio di un soggetto che
conduce una vita normalmente attiva.
Gli alimenti
che hanno valore calorico e quindi possono essere utilizzati dall'organismo
umano, sono, come si è detto, i grassi, i carboidrati e, in parte, le
proteine. Nella misura di un grammo, i grassi sviluppano 9,3 calorie, i
carboidrati 4,1 calorie, le proteine 4,4
calorie.
Teoricamente, gli alimenti si possono
intersostituire, dal punto di vista energetico. Ma in realtà ciò
è possibile in parte per i grassi e i carboidrati, mentre le proteine non
sono diminuibili, nella razione alimentare giornaliera, al disotto di
determinati limiti. Ogni giorno, l'organismo deve essere fornito di una
quantità appropriata di proteine, di grassi e di carboidrati, così
ripartiti, per le necessità medie di un adulto, che sono di 2.400
calorie: 70 grammi di proteine, 50 di grassi, 42 di carboidrati. Delle calorie
totali, le proteine forniscono l'11,6% (280 calorie), i grassi il 18,6% (450), i
carboidrati il 69,7% (1680).
Per ciò che
riguarda gli alimenti protettivi, le vitamine sono indispensabili alla vita
dell'organismo animale, sia che si tratti del suo sviluppo, della sua
conservazione o della sua riproduzione. Le quantità di vitamine
giornalmente necessarie sono molto piccole, e tuttavia hanno un'azione biologica
importantissima perché la loro «carenza» (diminuzione) provoca
disturbi che possono assumere un carattere patologico più o meno grave.
La mancanza relativa di vitamine (ipovitaminosi) è dovuta generalmente
alla loro insufficienza nella razione alimentare. Occorre però osservare
che tale mancanza può anche dipendere da una particolare disfunzione
dell'organismo che non gli permette di utilizzare determinate
vitamine.
L'organismo umano ha una grande
capacità di adattare le sostanze alimentari di varia provenienza al
proprio equilibrio biologico, cioè di comportarsi in modo che tutti i
composti nutritivi vengano distribuiti così da essere presenti sempre in
proporzioni ben definite nei suoi tessuti. Ma questa specie di adattamento
alimentare, in sé normale, non può superare certi limiti,
altrimenti affatica i meccanismi regolatori dell'organismo. Per conservare il
suo equilibrio, occorre dunque che anche la razione alimentare sia equilibrata,
pur se, in pratica, non lo può essere in modo
assoluto.
Le giuste proporzioni fra alimenti
plastici ed energetici (acqua, sali minerali, proteine, grassi, carboidrati)
devono estendersi anche agli alimenti protettivi (vitamine e certe proteine).
Mentre i primi servono alla costruzione e alla conservazione dei tessuti e al
rifornimento di energia, i secondi assicurano le reazioni chimiche vitali. Ne
consegue che vi è una dipendenza proporzionalmente diretta fra l'uno e
l'altro gruppo di alimenti.
Il problema centrale
dell'alimentazione razionale coincide con la determinazione scientifica di una
dieta appropriata per l'uomo in genere, e per l'individuo in particolare.
Infatti le leggi della nutrizione devono sottostare ad adattamenti,
perché ogni individuo ha una «equazione biologica» sua propria,
in base alla quale reagisce alle condizioni ambientali e quindi anche
alimentari. Inoltre, i particolari stati fisiologici individuali (crescita,
età adulta, vecchiaia, allattamento, riposo, lavoro manuale e
intellettuale) implicano la formulazione di regimi alimentari diversi sia come
qualità sia come quantità. La fonte più abbondante di
proteine è la carne. Dal punto di vista del valore alimentare, occorre
smentire il preconcetto che esistano differenze sostanziali fra carni rosse e
carni bianche. In genere, le carni bianche sono meglio digeribili; ma non
è questa la regola perché, ad esempio, la carne di maiale o di
agnello ha un contenuto di grassi che la rende meno digeribile di quella di
vitello, e la carne di coniglio non è più digeribile di quella
bovina o equina.
La scelta dei vari tagli di carne
è solo questione di gusti, perché i pezzi di carne muscolare
provenienti da uno stesso animale hanno tutti le medesime proprietà.
Quindi, per quanto riguarda il valore nutritivo, i tagli di prima categoria non
si differenziano da quelli di seconda e anche di terza categoria. Ciò che
importa, invece, è di ricercare carni di buona qualità,
cioè di animali allevati razionalmente ma non in modo forzato. Grande
valore nutritivo hanno le frattaglie (cervello, cuore, fegato, reni,
ecc.).
Fra le proteine della carne, la principale
è la miosina contenuta nelle fibre muscolari. Quella che si trova negli
altri tessuti carnei è il collageno (gelatina), proteina di scarso valore
perché povera di certi aminoacidi essenziali. Ottime sono anche le
proteine del pesce, in genere più facilmente attaccabili dai succhi
digestivi e quindi di maggior rendimento nutritivo: inoltre la loro più
facile assimilazione lascia minori residui
intestinali.
Un'altra ricca fonte di proteine sono
le uova: il loro albume (il cosiddetto «bianco») è quasi tutto
costituito da proteine delle quali la principale è la ovoalbumina che
può essere considerata la sostanza proteica tipica, quasi allo stato di
purezza. L'albume contiene inoltre una buona quantità di calcio, potassio
e magnesio. Il tuorlo («rosso d'uovo») è formato inizialmente
di lecitine, che sono grassi biologicamente molto importanti. Le uova sono
povere di carboidrati, ma molto ricche di altre sostanze energetiche, oltre che
plastiche, e di vitamine.
La digestione e
l'assimilazione dell'uovo sono ottime e superiori a quelle della carne. Nel
latte, la proteina più abbondante è la china. Alimento quasi
completo, il latte presenta solo deficienze di ferro. È l'unico alimento
naturale nei primi mesi di vita, ma le sostanze che racchiude sono di grande
valore biologico anche per l'alimentazione di tutte le età. Contiene in
quantità relativamente notevole il calcio, così indispensabile per
lo scheletro. Nel latte sono presenti anche il fosforo, le vitamine A, B, C e D.
Lo zucchero di latte, o lattosio, ha grande importanza biologica perché
il galattosio (un altro zucchero presente nella sua molecola) entra nella
composizione della «mucina» che protegge le mucose da aggressioni
meccaniche, chimiche o infettive.
Fra i derivati
del latte, il formaggio è l'alimento proteico più efficiente
perché fornisce in forma concentrata e facilmente assimilabile quanto di
meglio si possa trovare nell'alimentazione umana in fatto di proteine animali.
Malgrado la sua povertà di carboidrati, il formaggio costituisce un
alimento ideale se accompagnato con pane e seguito da frutta. Il suo valore
energetico supera anche le 400 calorie, ossia è circa tre volte maggiore
di quello della carne. Come il formaggio può dirsi la migliore proteina
alimentare, così il burro è il miglior grasso nutritivo di origine
animale. La sua digestione è facile quando è crudo; quando invece
viene fuso e utilizzato come condimento, perde in digeribilità e resta
privo di vitamine.
La fonte più
considerevole di carboidrati è rappresentata dai frutti (cariossidi) dei
cereali (frumento, riso, ecc.). Riguardo al loro valore calorico, essi non
presentano grandi differenze; non sono invece confrontabili per il loro valore
biologico, per la composizione chimica delle loro proteine, per la struttura dei
loro amidi e per la loro digeribilità.
Il
frumento è comunque, fra i cereali, quello che possiede i requisiti
migliori come alimento. Gli amidi dei cereali, specialmente quello del riso, si
digeriscono più facilmente degli amidi contenuti in altri alimenti
vegetali come le banane o le castagne.
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¦ COMPOSIZIONE CHIMICA E PERCENTUALE DEL GRANELLO DI FRUMENTO ¦
+-------------------------------------------------------------¦
¦ ¦ Crusca ¦ Endosperma ¦ Embrione ¦
+------------------------+--------+------------+--------------¦
¦ Acqua ¦ 12,5 ¦ 13,8 ¦ 13,2 ¦
¦ Proteine ¦ 15 ¦ 12 ¦ 25,9 ¦
¦ Grassi ¦ 4,7 ¦ 1,2 ¦ 10,8 ¦
¦ Carboidrati (amido) ¦ 55,25 ¦ 72,25 ¦ 43,8 ¦
¦ Cellulosa ¦ 7,9 ¦ 0,2 ¦ 1,9 ¦
¦ Cenere ¦ 4,65 ¦ 0,55 ¦ 4,1 ¦
+-------------------------------------------------------------+
Il
pane, insieme con lo zucchero, rappresenta la fonte più economica di
calorie. La sua composizione è difficile da precisarsi perché
dipende dalla qualità della farina impiegata e dal modo in cui esso viene
confezionato. Il pane integrale, cioè ottenuto con farina proveniente da
frumento intero, contiene più elementi nutritivi (soprattutto sali e
vitamine), ma la sua digestione è difficile e lascia molti
residui.
Benché il pane apporti, in media,
un sesto dell'energia alimentare totale, tuttavia non è affatto un
alimento completo. La sua proteina, il glutine, è scarsa di aminoacidi
essenziali. Inoltre nel pane sono quasi assenti il calcio, il ferro e vitamine
come la B). Quindi non è consigliabile dare molta importanza al pane
nell'alimentazione umana; ma non è nemmeno razionale ridurlo troppo o
peggio eliminarlo.
Le paste alimentari hanno un
valore nutritivo del 30÷40% superiore a quello del pane e sono meglio
digeribili. E la preferenza deve cadere su quelle che hanno un alto tenore di
glutine. Benché siano povere di proteine superiori, costituiscono un
ottimo alimento se si consumano condite con olio o burro, con pomodoro o succo
di carne, con formaggio, cioè con sostanze che sono in grado di integrare
il valore nutritivo della pasta.
I frutti dei
legumi (fagioli, piselli, lenticchie, ceci, fave) sono gli alimenti vegetali
più ricchi di proteine. Contengono anche molto fosforo e
magnesio.
Le lenticchie e le fave, in particolare,
sono ricche di ferro. Abbondanti sono poi le vitamine del complesso B, che non
vengono distrutte dal disseccamento. Il valore calorico dei legumi (300÷400
calorie) è maggiore di quello dei cereali, ma il valore plastico,
benché notevole, è minore di quanto sembri indicare il loro alto
contenuto proteico: infatti le proteine vegetali hanno un valore nutritivo
inferiore a quello delle proteine animali.
Per
diventare ben digeribili, i legumi devono essere cotti a lungo, e quando la loro
buccia è troppo spessa occorre eliminarla passandola al
setaccio.
Nel complesso, il valore alimentare dei
legumi allo stato secco è quasi doppio di quello dei cereali; 3÷4
volte superiore a quello delle patate o delle banane; 24 volte a quello degli
ortaggi.
Gli ortaggi e la frutta sono costituiti
principalmente da carboidrati e sono ricchi di sali minerali e vitamine. Negli
ortaggi prevale il potassio sul sodio e il calcio sul magnesio. In alcuni di
essi (spinaci, cavoli, broccoli) prevale il ferro. Particolare valore alimentare
ha la patata: anche se è povera di sostanze proteiche, contiene molto
amido e vitamina C che non va del tutto perduta se le patate vengono bollite con
la buccia integra.
In molti ortaggi sono presenti
aromi e altre sostanze che hanno la proprietà di attivare la secrezione
del succo gastrico e di altri succhi digestivi. I sali che gli ortaggi
contengono (di sodio, di potassio, di calcio, di manganese, di ferro) sono tutti
indispensabili per l'organismo animale ed equilibrati nelle loro proporzioni.
Poiché si tratta di sostanze basiche, hanno una grande importanza
nell'alimentazione anche perché servono per alcalinizzare i liquidi
dell'organismo, ossia a prevenire o a combattere l'acidosi, che è un
sintomo tipico di alterazione nel ricambio
organico.
Ma questi sali sono molto solubili e
perciò passano rapidamente nell'acqua in cui gli ortaggi vengono cotti e,
se questa viene gettata, si perdono. Oltre il 30% dei sali passano dall'ortaggio
nell'acqua durante i primi cinque minuti di
ebollizione.
Nell'acqua di cottura passano anche,
in molta parte, le proteine, gli amidi, gli zuccheri, le vitamine, le sostanze
aromatiche, gli olii essenziali.
Per ridurre al
minimo queste perdite, occorre cuocere gli ortaggi in pochissima acqua e
utilizzare il brodo che ne risulta; oppure cuocerli in pentole a pressione dove
il vapore d'acqua si ricondensa; oppure in tegami con poco olio o burro. Ma la
cottura presenta anche aspetti positivi: apre i granuli dell'amido, rendendolo
disponibile per le sue trasformazioni chimiche nell'apparato digerente;
rammollisce e rompe parzialmente l'involucro di cellulosa che racchiude altre
sostanze alimentari, così da facilitare l'azione enzimatica dei succhi
digestivi.
Comunque, pur senza cadere nelle
esagerazioni di certi vegetariani, è consigliabile consumare in
abbondanza ortaggi crudi, alternandoli con quelli cotti. Nell'uno e nell'altro
caso occorre però frazionare nel corso dei pasti l'uso degli ortaggi, per
evitare che il loro alto contenuto di cellulosa indigeribile provochi disturbi
intestinali.
La frutta fresca ha valori alimentari
analoghi a quelli degli ortaggi freschi: molta acqua, poche proteine, molti sali
minerali, vitamine e soprattutto molto zucchero, più calcio e più
fosforo. Alcuni zuccheri della frutta, come il fruttosio (levulosio), hanno
grande importanza nei fenomeni biologici perché vengono rapidamente
utilizzati dall'organismo, anche senza l'azione intermedia
dell'insulina.
La proprietà più
saliente del fruttosio è quella di accelerare l'utilizzazione del
glucosio: infatti, quando questi due zuccheri vengono somministrati insieme, la
quantità di glucosio che scompare dal sangue è maggiore di quella
che scompare quando il glucosio è somministrato da
solo.
Particolarmente ricchi di vitamine B e C sono
gli agrumi (limoni, aranci, mandarini, pompelmi, ecc.), le fragole e le more. La
frutta a nocciolo (ciliege, pesche, albicocche, prugne, ecc.) è ricca,
oltre che delle vitamine B e C, di carotene, una sostanza che, giunta nel
fegato, si trasforma in vitamina A.
La frutta
essiccata (prugne, fichi, uva, ecc.) è più ricca di quella fresca
non solo di zucchero ma anche di sali minerali, ma perde in parte le vitamine A
e B e quasi del tutto la C. Le noci, le nocciole, le mandorle, le arachidi
secche hanno grande valore nutritivo perché contengono in notevole
quantità proteine, grassi, sali minerali e
vitamine.
Per ciò che riguarda il gruppo dei
condimenti, quello presente in quasi tutte le preparazioni alimentari è
il sale da cucina che apporta all'organismo il sodio. L'uomo è in grado
di vivere con la quantità di sale (cloruro di sodio) che gli proviene
dagli alimenti naturali. Tuttavia sembra che sia più vantaggioso
aggiungerlo alla razione: in media poco più di 1O grammi al giorno, oltre
ai 4 grammi circa apportati dagli alimenti
naturali.
Fra i condimenti vi sono i grassi di
origine vegetale (olii d'oliva, di semi, ecc.) e di origine animale (burro,
lardo, strutto) o di origine mista (margarine). Hanno valore soprattutto
calorico, ma contengono anche una certa quantità di proteine, vitamine e
sali minerali. Di questi grassi, il primato della digeribilità e
dell'assorbimento (98÷99%) spetta all'olio di oliva. Sempre da tenere
presente è la raccomandazione di fare uso moderato di questi condimenti,
anche perché, durante la cottura, subiscono trasformazioni che li rendono
più difficilmente digeribili.
Lo zucchero
è privo di proteine, di grassi, di vitamine e ha solo qualche traccia di
sali. Più che un alimento, è un combustibile che apporta 4 calorie
per grammo prontamente utilizzabili; in totale, il 3÷7% delle calorie
nell'alimentazione ordinaria. Lo zucchero normalmente impiegato proviene dalla
barbabietola o dalla canna da zucchero ed è formato propriamente da
saccarosio. La sua utilizzazione è legata all'apporto di vitamine del
gruppo B.
Molto nutriente per la sua ricchezza di
grassi e di carboidrati è il cioccolato (mescolanza di cacao e di
zucchero). Ha un elevato valore energetico (500 calorie) e la teobromina
contenuta nel cacao ha sull'organismo un'azione stimolante analoga a quella
della caffeina contenuta nel caffè.
Fra le
bevande, il primo posto è tenuto naturalmente dall'acqua, l'unico liquido
di cui l'organismo ha realmente bisogno quando la sua mancanza provoca la
sensazione della sete. Le bevande fermentate (vino, birra) si distinguono
soprattutto perché contengono alcool in quantità variabili, ma
sempre modeste. È appunto l'alcool che conferisce al vino il suo valore
energetico: 600÷700 calorie per i vini ordinari; fino a 850 calorie per i
vini ad alta gradazione.
Se il vino è
ingerito durante il pasto in piccola quantità (uno o due bicchieri),
l'alcool in esso diluito brucia nell'organismo quasi completamente. Se invece la
dose è elevata o l'organismo è a digiuno, una parte notevole di
alcool non è bruciata e viene eliminata dai polmoni o dai
reni.
La birra, meno alcoolica del vino, ha un
valore calorico abbastanza notevole, che corrisponde in media alla metà
di quello del vino. È una bevanda di cui è consigliabile l'uso anche
fuori dai pasti perché è diuretica (ossia favorisce l'eliminazione
dell'acqua in eccesso) e non provoca la dannosa stimolazione fisica e mentale
del vino.
A causa del loro elevato contenuto
alcoolico, i liquori sono le bevande che occorre consumare con la maggiore
cautela. Per la forte quantità di zucchero che contengono, i liquori
dolci hanno un valore calorico che è molto superiore a quello dei liquori
secchi. Inoltre vi è da tenere presente che sia i liquori dolci sia i
liquori secchi possono contenere sostanze artificiali o naturali, provenienti
dalla loro stagionatura, che hanno un'azione tossica sull'apparato digerente,
sul fegato e sull'organismo in genere. Vi è però da dire che le
bevande alcooliche, dal vino ai liquori, possono essere annoverate tra gli
alimenti che giovano all'organismo, a patto che siano genuine e consumate con
moderazione. Resta da accennare agli alimenti cosiddetti «nervini»
(caffè e tè) perché provocano nell'organismo una
eccitazione che gli conferisce una maggiore ma temporanea resistenza alle
attività fisiche e intellettuali.
Il
caffè e il tè hanno un valori calorico insignificante e sono privi
sia di sali minerali sia di vitamine. La loro azione stimolante si svolge non
solo sul cervello, ma anche sul cuore, sui muscoli, sulle funzioni digestive e
renali. Essa è benefica quando l'organismo è affaticato, ma non
combatte dirittamente le cause della stanchezza.
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¦ CALORIE PER 100 GRAMMI DI SOSTANZA ¦
+------------------------------------¦
¦ Olio 900 ¦
¦ Lardo 885 ¦
¦ Strutto 902 ¦
¦ Burro 765 ¦
¦ Tuorlo d'uovo 750 ¦
¦ Noci secche 707 ¦
¦ Mandorle 570 ¦
¦ Cioccolato 480 ¦
¦ Prosciutto cotto 421 ¦
¦ Zucchero 410 ¦
¦ Farina di frumento 354 ¦
¦ Formaggio grasso 350 ¦
¦ Pastasciutta 340 ¦
¦ Carne grassa 334 ¦
¦ Semolino 320 ¦
¦ Fagioli secchi 316 ¦
¦ Miele 310 ¦
¦ Pane 273 ¦
¦ Marmellata 220 ¦
¦ Patatine fritte 200 ¦
¦ Pollo 198 ¦
¦ Baccalà 163 ¦
¦ Carne magra 100 ¦
¦ Latte di vacca 69 ¦
+------------------------------------+
Quantità di vitamina A e C contenute nella frutta
Quantità di vitamina A e C e ferro contenuti nella verdura
IL CONTROLLO DEL PESO CORPOREO
Il controllo del peso corporeo,
che è questione di salute, prima che di estetica, dipende strettamente
dal controllo dell'alimentazione. Obesità e magrezza sono, di regola,
malattie dell'alimentazione. Occorre quindi confrontare periodicamente il
proprio peso con le cifre medie indicate da apposite tabelle che, pur avendo
solo un valore indicativo, precisano in base all'esperienza il "peso fisiologico
ideale" in rapporto al sesso, all'altezza, all'età e al tipo morfologico
cioè scheletrico: "brevilineo" (corpo piuttosto tozzo e arti
relativamente corti), "normolineo" (corpo e arti ben proporzionati),
"longilineo" (corpo stretto e allungato, arti più lunghi). Non è
dunque esatto che il peso ideale corrisponda alle due ultime cifre dell'altezza
espressa in centimetri (per esempio, altezza cm 165 = peso kg 65) perché
questa formula, approssimativamente valida per gli individui normolinei,
è del tutto inesatta per gli individui brevilinei e longilinei. Inoltre
non tiene conto del sesso e dell'età.
Tabella: il peso ideale